Marionette

       2019/2020

Una delle funzioni psicologiche più moderne offerte dal cellulare è quella di rappresentare un mezzo per gestire la solitudine e l’isolamento , rivelandosi come “antidepressivo o ansiolitico multimediale”, nei confronti del quale diviene ben presto facile diventare dipendenti. Inoltre è in grado di generare nei propri confronti un elevato valore affettivo tanto che il suo possesso può essere ribaltato verso la dimensione  dell’ “essere posseduti”. Spegnere il cellulare, ad esempio, risulta per molti quasi come diventare trasparenti e incapaci di entrare in altro modo in relazione.

Mantenendo, gli altri e la realtà, costantemente presenti, non sono conseguentemente mai vissuti come assenti; coltivando questo vizio è possibile non riuscire più a distinguere la differenza tra “mondo interno” e “mondo esterno” che, soprattutto fra i giovani, può rendere confusi e persino “fusi”, con possibili conseguenze negative sulla capacità di interiorizzare l’altro attraverso la rappresentazione fantastica della realtà. Si rischia altresì di trovare con difficoltà una separazione tra “pubblico” e “privato”, tra “intimo” e “condiviso” , una distinzione che è invece un aspetto fondamentale per la costruzione della propria identità attraverso la possibilità di stabilire dei confini che sono la base delle capacità di entrare in contatto.

Marionette tratta a proposito di questa dipendenza e dall’ isolamento e mancanza di personalità che ne può scaturire. L’idea è quella di generare una riflessione sulla realtà quotidiana, una dimensione che viviamo ogni giorno, ma che ci vede sempre più assenti al punto da non accorgerci di quello che accade a noi ed intorno a noi. L’intenzione è di sensibilizzare, attraverso un linguaggio ironico e provocatorio, un pubblico casuale ad alcune delle reali dipendenze che si stanno sviluppando nella società odierna. I soggetti sono tutti differenti tra loro a livello di posizione come di struttura fisica. Ognuno di essi “è nato” da un corpo differente e ne riporta le sembianze, salvaguardandone pregi e difetti. Tali aspetti fisici non sono mascherati proprio per “umanizzarli”  e renderli più comunicativi rispetto a quelli industriali che troviamo soprattutto nei negozi di abbigliamento.

Elemento comune tra tutti  è la nudità e la trasparenza del materiale utilizzato (scotch) che lascia intravedere il loro interno riempito di fogli di giornali, magazine, carta di tabacco, di informazioni costantemente presenti che influenzano la vita in generale e non solo il consumo delle persone. I protagonisti sono quindi, in un certo senso, sazi di queste informazioni che così come lo smartphone possono alimentare lo stato di disperazione, ansietà e timore di non essere accettati o ancor più apprezzati.